I ricercatori dell’Università di Durham hanno scoperto che negli ultimi 3 mesi di gravidanza i bimbi reagiscono con una “faccia da pianto” al sapore amaro del cavolo e con una “faccia da risata” al sapore dolce della carota, dopo che le madri hanno ingerito capsule per ciascun sapore.
Lo studio quindi dimostra che i feti negli ultimi tre mesi di gravidanza sono abbastanza maturi per distinguere i diversi sapori trasferiti dalla dieta materna. Questo può essere un ulteriore incentivo per le madri a mangiare sano durante la gravidanza, per il fatto che il cibo che mangiano potrebbe avere un effetto sui loro bambini. Infatti, quando i feti si sviluppano nel grembo materno, iniziano a percepire l’ambiente circostante nel liquido amniotico e le informazioni sensoriali “apprese” dai feti durante questo periodo aiutano i neonati ad adattarsi anche dopo la nascita.
Ricerche precedenti dimostrano che questa familiarizzazione sensoriale è influenzata dalla dieta della madre. I feti umani sviluppano le papille gustative a otto settimane di gestazione, mentre gli orifizi nasali fetali sono in grado di percepire molecole olfattivamente attive a partire da 24 settimane di gestazione.
Nel corso degli anni i ricercatori hanno cercato di misurare l’impatto dell’esposizione fetale agli aromi. I ricercatori hanno voluto osservare i movimenti dei feti esposti all’aroma di cavolo, di carota o a nessun aroma, utilizzando l’ecografia 4D per visualizzare le reazioni.
Il team ha esaminato i dati di un totale di 100 madri di età compresa tra i 18 e i 40 anni in gestazione tra le 32 e le 36 settimane. Alle madri è stata somministrata una singola capsula contenente circa 400 mg di carota o 400 mg di cavolo riccio in polvere circa 20 minuti prima di ogni scansione. È stato chiesto loro di non consumare cibo o bevande aromatizzate un’ora prima della scansione e di non consumare nulla al gusto di carota o di cavolo riccio il giorno della scansione.
I ricercatori hanno riscontrato che i 35 feti esposti all’aroma di carota mostravano più frequentemente le espressioni come sorrisi e facce da risata. Nel frattempo, i 34 feti esposti al sapore di cavolo hanno mostrato più espressioni come facce da pianto.
Questo effetto si verifica in un tempo relativamente breve: circa 30 minuti dopo che le madri hanno ingerito le capsule aromatizzate, le immagini ecografiche hanno mostrato le reazioni facciali dei feti. Il contenuto aromatico delle capsule viene digerito, assorbito nel flusso sanguigno della madre, metabolizzato e diffuso attraverso la placenta e il feto. Il risultato è la raccolta nel liquido amniotico, che permette la chemorecezione fetale.
Gli autori dello studio hanno suggerito che i loro risultati hanno importanti implicazioni per la comprensione dello sviluppo della chemorecezione orale e nasale. Ciò include il modo in cui i feti “ricordano” i sapori mentre si adattano all’ambiente dopo la nascita. Dato che l’evidenza sperimentale indica che l’esperienza del sapore prenatale è incorporata ed è accessibile dopo la nascita negli esseri umani, è possibile che che ripetute esposizioni prenatali al sapore possano portare a preferenze per certi aromi e sapori dopo la nascita.
Per confermare questa ipotesi, il team di ricerca sta già seguendo i progressi di questi bambini per vedere se si abituano ai sapori a cui sono esposti a lungo termine: le madri che hanno partecipano allo studio, nelle ultime tre settimane di gravidanza, hanno assunto ogni giorno capsule con gli aromi della carota o del cavolo. Se l’ipotesi sarà confermata, i bambini esposti al cavolo nel grembo materno mostreranno meno reazioni, perché abituati al suo sapore!
Tratto dall’articolo di Amerigo Allegretto, scrittore di AuntMinnie.com